27 Lug Ortoressia. Quando mangiare sano diventa un’ossessione
Negli anni è sempre più aumentata la disponibilità di informazioni rispetto una corretta alimentazione e in misura crescente l’importanza di mantenere uno stile alimentare sano viene sottolineata da tutti i professionisti della salute. Questo ha determinato un’attenzione maggiore verso la qualità dei cibi scelti da parte degli italiani, per esempio dati Istat del 2017 confermano un aumento del 4,2% nell’acquisto di prodotti di origine vegetale. Se questo, da un lato, rappresenta un dato senz’altro incoraggiante in termini di acquisizione di stili di vita più salutari, dall’altro, l’eccessiva ricerca del “sano” può comportare il rischio opposto di cadere in una condizione di disturbo alimentare denominato ortoressia (leggi anche Nuovi disturbi alimentari in adolescenza: conoscere per prevenire).
Cos’è l’ortoressia? Il termine deriva da “orthos”, ovvero “accurato, corretto, giusto” e “orexis” che significa “fame, appetito”. Viene utilizzato, appunto, per descrivere l’ossessione verso un’alimentazione sana e equilibrata. Steven Bratman fu il primo nel 1997 a coniare il termine per definire un’attenzione patologica sul consumo di cibo sano. Chi ne è affetto mostra la progressiva tendenza a selezionare specifici cibi in base a caratteristiche di “incontaminazione” restringendo pertanto la scelta alimentare con possibili importanti conseguenze sul piano fisico (perdita di peso, carenze nutrizionali, osteoporosi).
Inoltre, non trascurabili sono le ricadute sul piano sociale generate da tale stile alimentare: chi è affetto da ortoressia tende più frequentemente a mangiare da solo o in compagnia di persone che adottano lo stesso tipo di alimentazione, con il rischio di una possibile autoesclusione nei rapporti sociali.
Attualmente, l’ortoressia non è ancora riconosciuta come una vera e propria patologia poiché, a differenza di disturbi come Anoressia e Bulimia, non compare nelle classificazioni diagnostiche del DSM (il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) (leggi anche VII Giornata nazionale del fiocchetto lilla: cosa sono i Disturbi dell’Alimentazione e come combatterli, Binge Eating Disorder, il disturbo da alimentazione incontrollata). Tuttavia, secondo i dati diffusi dal Ministero Italiano della Salute per i disturbi alimentari, gli ortoressici sarebbero 300 mila in Italia (a fronte di tre milioni di pazienti con disturbi alimentari), con una prevalenza maggiore tra gli uomini piuttosto che tra le donne (11.3% vs 3.9%) (Donini e coll. 2004).
Una ricerca recente (Brytek-Matera, 2015), ha dimostrato come, differentemente da quanto accade nella popolazione femminile nella quale l’ortoressia è frequentemente associata ad un’ideazione anoressica, nella popolazione maschile tale condizione non si associa al controllo dell’immagine corporea o a preoccupazioni riguardo il peso.
Caratteristiche dell’ortoressia
Le caratteristiche dell’ortoressia evidenziate finora in letteratura sono:
- Ruminazione ossessiva sul cibo (Bratman, 1997). La persona può trascorrere più di 3-4 ore al giorno a pensare a quali cibi scegliere, a come prepararli e consumarli, pretendendo solo ciò che fa stare bene, che può non corrispondere a ciò che piace realmente. Vengono solitamente messi in atto comportamenti ossessivi riguardanti la selezione, la ricerca, la preparazione ed il consumo degli alimenti, suddivisibili in varie fasi:
- pianificazione dei pasti con diversi giorni di anticipo, al fine di evitare i cibi ritenuti dannosi (contenenti pesticidi residui o ingredienti geneticamente modificati, oppure ricchi di zucchero o sale);
- impiego di una grande quantità di tempo nella ricerca e nell’acquisto degli alimenti a scapito di altre attività, fino a coltivare in prima persona verdure e ortaggi;
- preparazione del cibo secondo procedure particolari ritenute esenti da rischi per la salute (cottura particolare, utilizzo di un certo tipo di stoviglie).
- Insoddisfazione affettiva e isolamento sociale causati dalla persistente preoccupazione legata al mantenimento di tali rigide regole alimentari autoimposte (Brytek-Matera, 2012).
- Differentemente dall’Anoressia Nervosa e dalla Bulimia Nervosa, la focalizzazione non è sulle quantità ma sulla qualità del cibo.
- Evitamento ossessivo di cibi non controllati e delle situazioni sociali che espongono al non controllo del cibo.
- Difficoltà a relazionarsi con chi non condivide le proprie idee sul cibo.
- Autostima influenzata dalla scelta del cibo in termini qualitativi.
Allo stato attuale, sono ancora relativamente pochi gli studi effettuati su questo tipo di popolazione, pertanto alle ricerche future è affidato il compito di delineare in modo più preciso il quadro clinico e il trattamento maggiormente efficace.